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Introdurre il numero sulla partecipazione mi sembra assai facile se, per esempio e per idea, penso al Museo Eidos, che proprio in questi giorni compie un anno di attività.

L’idea inizialmente venne all’allora presidente della Fondazione Sinapsi Attilio Sofia (oggi componente e vicepresidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Sinapsi) che, visitando il Museo Tattile Anteros dell’Istituto Cavazza di Bologna, rimase incantato dalle possibilità socio-culturali, inclusive, didattiche proposte. Subito quindi contattò Loretta Secchi (oggi consulente del Museo Eidos), curatrice del Museo Anteros, con la quale nacque una profonda amicizia e un rapporto di stima e fiducia reciproca. In circa due anni, con il sostegno del presidente della Fondazione Sinapsi Giovanni Carleo, con l’approvazione del consiglio di amministrazione della Fondazione Sinapsi, con il duro lavoro progettuale (e non solo) del direttore della Fondazione Alessandra de Robertis, il Museo Eidos ha visto la luce. Se la partecipazione è «la presenza più o meno attiva ad un avvenimento o in una situazione»,1 il Museo Eidos è perfetta sintesi di tutto il pensiero accessibile, e quindi inclusivo, che la Fondazione Sinapsi quotidianamente mette in pratica. Il Museo Eidos non è solo un museo, nel senso tradizionale ed evolutivo del termine: se in un primo momento il museo era un luogo di raccolta delle opere d’arte e poi un moderno strumento di conservazione, di scienza e di didattica,con il Museo Eidos assistiamo a una grandissima rivoluzione non solo dello spazio, ma anche dei contenuti, delle diverse valenze simboliche, culturali, funzionali, sociali che caratterizzano la vita del museo stesso.

Una veduta d’insieme del Museo Eidos

All’interno di esso sono conservate dieci opere tradotte in bassorilievo prospettico dalle mani di sapienti scultori professionisti e collaboratori del Museo Tattile Anteros dell’Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza e tre opere tradotte in stampa 3D e poi rifinite da scultori dei Laboratori Opera di Firenze. Il nucleo concettuale è esplicitato in diadi3 che rappresentano l’architettura del Museo Eidos in un universo di significati. Superando la retorica del vietato NON toccare, il Museo Eidos è importante perché, attraverso la partecipazione all’arte, si dà vita alla costruzione del pensiero visivo. Indispensabile a questo processo è l’uso della parola, che non è più solo veicolo di significato ma diventa anche immaginifica, aprendo nella mente di chi la accoglie un caleidoscopio di visioni. Questo il motivo principale per cui il Museo Eidos non è uno spazio come tutti. Partecipare all’arte, per le nostre ragazze e per i nostri ragazzi, per le bambine e i bambini della Fondazione Sinapsi — ma anche per tutti gli altri, adulti compresi, diventa un modo per partecipare al mondo, per entrare nella conoscenza dal particolare al generale e infine per restituire una serie di significati sotto forma di dialogo, entrando in comunicazione con il proprio contesto di riferimento. Partecipare è dunque possibile solo quando esistono i presupposti per l’inclusione, siano essi architettonici, culturali o sociali. E voi, quando venite a partecipare al nostro Museo Eidos?

NOTE

Cfr. Nicola Zingarelli: Vocabolario della lingua italiana — 2001

2 Cfr. Touring Club Italiano: Capire l’Italia: I musei — 1980

Le opere del Museo Eidos sono organizzate in diadi: parole che in apparenza sembrano opposte e contrarie, ma in realtà sono complementari e universali. Le opere e le corrispondenti diadi del Museo Eidos sono le seguenti. Bassorilievi prospettici in gesso alabastrino: diade laicità e sacralità con le opere Madonna del ricamo di Vitale da Bologna, Affetti di Giacomo Balla; evidenza e dissolvenza con le opere Annunciata di Antonello da Messina e Allegoria della prudenza di Tiziano Vecellio; per la diade espressione ed emozione Ultima cena di Leonardo e Atalanta e Ippomene di Guido Reni; la diade permanenza e impermanenza è rappresentata da La grande onda di Hokusai e da La nascita di Venere del Botticelli; per la diade dinamismo e stasi invece sono state scelte le opere Cavallo Morel favorito di Giulio Romano e aiuti e da San Giorgio e il drago di Vitale da Bologna. Le riproduzioni scultoree rappresentano ordine e alterità con le teste di Apollo e Dioniso e il maschile e femminile con Elettra e Oreste, emblema dell’universo tutto.

PER APPROFONDIRE

Rudolf Arnheim: Il pensiero visivo — Einaudi — 1974

Rudolf Arnheim: L’immagine e le parole — Mimesis — 2007

PER VISITARE IL MUSEO EIDOS


QUESTO ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SU ORIONE N. 27, “Partecipazione”, NELLA SEZIONE EDITORIALE — GENNAIO-APRILE 2023

Per leggere il numero 27 di Orione, Solitudini, clicca qui.

Orione n. 27, copertina. Illustrazione di Bruna Pallante: omaggio a Mahatma Gandhi

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